L’integrazione delle attività svolte dall’Organismo di ricerca Benecon SCaRL (Centro Regionale di Competenza sui Beni Culturali, Ambiente ed Economia) e dalle Aziende coinvolte nel programma permettono la realizzazione di piattaforme innovative e il raggiungimento di innovazioni di prodotto/servizio/processo applicabili al settore dei beni culturali e del turismo.

DT 9.1 D2 – Il prodotto turistico, la qualità, il brand del territorio

Dott. Pierpaolo Pedicini

Dott.ssa Rosaria Possemato

 

 

Attività 9.1 : Costruzione quadro esigenze gestori e fruitori

DT 9.1 D2: Il prodotto turistico, la qualità, il brand del territorio

Indice

1. Il prodotto turistico
2. Profilo del turista e politiche di qualità
3. Legame tra marketing e qualità
4. ‘Identità territoriale’ e fenomeno turismo: il Brand
5. L’immagine di un territorio e la percezione turistica

DT 9.2 D1 – Le nuove dinamiche del turismo

Dott. Pierpaolo Pedicini

Dott.ssa Rosaria Possemato

Attività 9.2 – Definizione dei requisiti e delle specifiche funzionali del SI.TU.VA.GE

DT 9.2 D1 – Le nuove dinamiche del turismo

Indice
Premessa
1. Verso il distretto culturale avanzato
1.1 Economia della conoscenza
2. La gestione della ‘esperienza turistica’
3. Context Aware: Information Technology in the Tourism Industry
3.1 Dispositivi mobile e la possibilità di accedere alle informazioni in modalità UP To Date
3.2 Risolvere l’information Overload
4. Il ‘contesto’ come elemento strategico
4.1 Consapevolezza del contesto (contest awareness)
4.2 Apps context aware
4.3 User profiling
4.4 Interazione tra ‘profilo umano’ e ‘modello degli oggetti’
5. Prospettive per il futuro
5.1 Parola d’ordine: integrazione
5.2 Aspetti chiave
5.3 Concetti chiave
6. Lo spazio ‘intelligente’: per una sua gestione
7. Conoscenza collettiva a Web: le Online Knowledge communities
8. Le nuove del cambiamento: Social e Personal
8.1 Definizione dei concetti
8.2 Analisi della letteratura
8.3 Fenomeno del lurking
8.4 Informazioni online: principali peculiarità
9. Conclusioni

 

 

 

Il telerilevamento come strumento a supporto del turismo consapevole nelle aree naturali prospicienti il territorio di Pompei: La mappatura del rischio d’incendio

Contrattista: Ing. Carmine Maffei

Responsabile Scientifico: Prof. Arch. Carmine Gambardella

Introduzione

Gli incendi boschivi costituiscono una delle principali minacce per l’ambiente e la sicurezza dei cittadini. Nel 2013 in Unione Europea
è stata percorsa dalle fiamme una superficie di più di 250000 ha, di cui più di 70000 ha appartenenti a siti Natura 2000 [1]. Per la sola Italia, i costi stimati ammontano a circa € 500.000.000 l’anno. Gli incendi hanno un impatto negativo sul potenziale produttivo dei boschi e delle aree circostanti, e costituiscono motivo di allarme per i turisti. Le conseguenze ricadono sulle economie regionali e sulla qualità della vita dei cittadini, soprattutto nelle aree economicamente depresse.

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Figura 1 – Incendi boschivi osservati da satellite nell’estate del 2007.

Chi si occupa della gestione delle aree protette e dei flussi turistici deve necessariamente confrontarsi con questo fenomeno, nel rispetto degli obiettivi stabiliti nella Carta Europea per il Turismo Sostenibile nelle Aree Protette [2]:

Accrescere la consapevolezza che le aree protette d’Europa sono parte integrante del patrimonio collettivo, e che pertanto esse vanno preservate per il godimento da parte delle generazioni correnti e future;

Incoraggiare lo sviluppo e la gestione sostenibile del turismo nelle aree protette, tenendo in conto le esigenze dell’ambiente, dei residenti, dell’economia e dei visitatori. Per sostenere tali obiettivi, tutte le parti interessate sono chiamate al rispetto di alcuni principi fissati dalla Carta, tra i quali si evidenziano:

Lavorare in partnership con tutti gli attori implicati nella gestione dei flussi turistici;

Preparare e implementare una strategia che tenga in conto, tra gli altri numerosi fattori, del valore naturale, storico e culturale dell’area;

Stabilire le priorità strategiche per la protezione delle aree naturali, sostenendo un utilizzo consapevole, gestendo i flussi turistici, e limitando attività e comportamenti che mettano a rischio la flora, la fauna e il paesaggio;

L’area archeologica di Pompei: sistemi di fruizione

Tutor: Prof.ssa Stefania Gigli Quilici

Dott.ssa Maria Grazia Giuliano

 

1. – La fruizione del sito archeologico di Pompei

Il sopralluogo nell’area archeologica di Pompei ha permesso di valutare l’accessibilità/fruizione delle aree aperte al pubblico e di verificare, direttamente sul posto, l’attendibilità dei sistemi di visita guidata concepiti per gli utenti, generalmente costituiti dai supporti digitali o multimediali.

La maggior parte dei turisti resta ancora legata a un percorso di visita di tipo tradizionale affidandosi perlopiù a una guida specializzata; in alternativa, lo strumento di fruizione più adoperato è l’audioguida, noleggiabile all’ingresso di Porta Marina.

L’indagine, che ha interessato tutto il sito di Pompei, è stata concentrata soprattutto lungo il versante occidentale della città antica, area di particolare interesse per lo stato di conservazione dei monumenti ancora visibili e per le diverse tipologie di dimore rintracciabili. Durante il sopralluogo è stato seguito l’itinerario turistico ‘da Porta Marina’ che consente di accedere alle Regiones VIII, VII e VI, percorrendo i principali assi stradali di questo settore, costituiti da via dell’Abbondanza, via Stabianaia/via Vesuvio e da via di Mercurio.

Per l’occasione è stato compilato un catalogo fotografico dei principali edifici aperti al pubblico al fine di documentarne lo stato di conservazione. Attraverso la raccolta degli scatti fotografici più significativi è stato possibile realizzare un esempio di documentazione digitale, basato sull’uso di sistemi di ‘Structure from Motion’ (SfM) e della c.d. tecnologia Image Based Modeling. Come caso studio, è stata selezionata la casa di Apollo (VI, 7, 23), di recente apertura al pubblico, soprattutto per la maggiore fruibilità degli ambienti; in particolare, si è scelto di documentare il tavolo in marmo con protomi a testa leonina conservato nel grande triclinio, aperto in direzione del versante occidentale del cortile.

Sistemi di segnaletica a Pompei: stato dell’arte, analisi e valutazioni

Tutor: Prof.ssa Stefania Quilici Gigli
ContrattistaSabrina Mataluna

Sistemi di segnaletica a Pompei: stato dell’arte, analisi e valutazioni

La segnaletica del sito archeologico di Pompei

Le attività sono state indirizzate al riconoscimento dei sistemi di segnaletica (direzionale, identificativa e informativa) adottati dal sito archeologico della città di Pompei. Questi ultimi appaiono diversificati poiché riferibili ai diversi progetti di valorizzazione che, negli scorsi anni, hanno riguardato la città antica.
In prima battuta tale attività ha previsto diversi sopralluoghi in situ dedicati all’individuazione, raccolta e documentazione degli elementi che caratterizzano tali sistemi di segnaletica sia presso gli ingressi e dalle aree di accoglienza che nel sito archeologico vero e proprio. Successivamente si è provveduto alla sistematizzazione di tale materiale, attraverso una schedatura fotografica e testuale, al fine di delineare il panorama attuale del sistema di segnaletica e fornire una base conoscitiva di partenza per la comprensione delle problematiche ad esso relative e per la definizione di proposte per un suo miglioramento e/o rafforzamento.
Questa attività ha permesso di identificare i differenti progetti che, nel tempo, sono stati scelti come strumenti di valorizzazione e rilancio del sito al fine di garantirne una fruizione diversificata e modellata sui vari profili di utenza. Diversi sono i pannelli e totem sia a carattere direzionale che informativo presenti all’interno e all’esterno della città.
La relazione che segue propone una rassegna sulle diverse tipologie di segnaletica offerte dal sito archeologico di Pompei.

1. SEGNALETICA INFORMATIVA PRESSO GLI INGRESSI DELL’AREA ARCHEOLOGICA
1.1 INGRESSO PRINCIPALE: PORTA MARINA
Introduce direttamente nell’area accoglienza del sito, a sua volta articolata in una serie di postazioni (figg. 1-2):
1. Biglietteria
2. Bookshop
3. Punto informazioni
4. Servizio audio guida (disponibile in 6 lingue: italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo e portoghese e in una versione speciale per bambini)

La rappresentazione cartografica e il telerilevamento aereo come strumenti di conoscenza del territorio.

Titolo dell’incarico: Attività di ricerca sui sistemi di telerilevamento e di rappresentazione del territorio finalizzati alla conoscenza archeologica

Contrattista: Davide Mastroianni

Tutor: Prof. Carmine Gambardella

 

Introduzione

La rappresentazione cartografica è uno strumento di fondamentale importanza per la conoscenza del territorio. Le tradizionali tecniche di rilievo restituiscono una riproduzione non precisa del territorio. Tecniche, invece, quali la fotografia aerea riproducono in un unico fotogramma la reale conformazione fisica della città e l’unione dei fenomeni che ne determinano le dinamiche di sviluppo. La fotografia aerea, inoltre, permette di osservare fenomeni di mutamento dei paesaggi che la cartografia da sola non è in grado di fornire. Mediante l’analisi e la lettura di immagini satellitari, di riprese aeree storiche, di fotografie verticali e oblique è possibile ricostruire l’evoluzione del paesaggio antico. Sviluppo edilizio, realizzazione di opere infrastrutturali, trasformazioni dell’uso del suolo, meccanizzazione dell’agricoltura hanno profondamente cambiato il territorio, distruggendo e occultando una parte significativa del nostro patrimonio archeologico. Solo attraverso l’analisi dettagliata delle coperture aerofotografiche è possibile recuperare, almeno in parte, la memoria dell’esistenza, dell’ubicazione e dell’articolazione di insediamenti e altre attività antropiche o eventi naturali. La ripresa diretta delle foto aeree da parte dell’archeologo che studia il territorio porta notevoli vantaggi in termini di comprensione del contesto, sia per il riconoscimento delle evidenze, sia per gli stimoli alla riflessione che derivano dall’osservazione del territorio. La città antica di Pompei può essere considerata come un caso studio per la ricostruzione degli elementi narrativi del paesaggio archeologico, attraverso lo sviluppo di una sintesi in grado di quantificare l’evoluzione del paesaggio antico emerso dagli scavi  nel corso dei secoli. La tecnologia GIS permette l’interpretazione interattiva dei dati archeologici utili a leggerne questa evoluzione.

 

Obiettivi e strumenti

Le più recenti dichiarazioni connesse a modelli di turismo sostenibile: Carta di Rimini e Québec declaration on Ecotourism

Contrattista: Ph.D. Avv. Gianpiero Zinzi
Tutor: prof. Marco Calabrò

Conferenza Internazionale per il turismo sostenibile del 30 giugno 2001

Noi, come partecipanti alla conferenza di Rimini, pensiamo che La Carta sia uno strumento utile per fare ulteriori passi verso la “sostenibilità del turismo”, con un’attenzione particolare alle “destinazioni del turismo di massa”. Riteniamo che questo tema sia una priorità da inserire nell’agenda politica di tutti i soggetti coinvolti e che su di questa priorità si debbano indirizzare e promuovere ulteriori sforzi e impegni nei prossimi anni.

Poniamo come punto di partenza gli sforzi già compiuti dai documenti e dalle Carte prodotti a livello internazionale nel recente passato. Tra questi, ricordiamo:

• La Conferenza internazionale di Lanzarote (1995)

• La Conferenza internazionale di Calvià (1997)

• Il Congresso internazionale di Sant.Feliu de Guixols organizzato dalle associazioni del volontariato dell’area mediterranea (1998)

• Il lavoro prodotto dal World Tourism Organisation, in particolare il Codice Globale di Etica per il Turismo (adottato nel 1999)

• Il lavoro svolto dall’UNEP con il Mediterranean Action Plan on Tourism (grazie al contributo di BP/RAC e PAP/RAC) e con le Indicazioni formulate dalla Commissione per lo Sviluppo Sostenibile del Mediterraneo e adottate dalle parti contraenti alla Convention di Barcellona (1999)

• Il lavoro per la Tour Operators Iniziative, in partnership tra UNEP, WTO e UNESCO.

Guardiamo con interesse alle strategie, in via di finalizzazione a livello della Commissione Europea. In particolare a:

• la Strategia Europea sulla Gestione Integrata delle Zone Costiere – ICZM (2000),

• la Strategia dell’Unione Europea per lo Sviluppo Sostenibile (2001)

• i documenti preparatori dell’Agenda 21 europea per il turismo sostenibile

ECOTURISMO URBANO PER LA FRUIZIONE DEI BENI CULTURALI IN CAMPANIA

Percorso di fruizione ampliata – Casa di Polibio [Demo]

Incarico: “Attività di ricerca nel campo del design e dello sviluppo software, con particolare riferimento alle forme di comunicazione multimediale, all’Interaction Design
e alla progettazione di ambienti sensibili”.

Collaboratore: Dott. Cristian Fuschetto

Tutor: Prof. Maurizio Sibilio

Sede della ricerca: Università degli Studi di Salerno

Settore scientifico disciplinare: M-PED/04, M-EDF/01

L‘obiettivo di coniugare un modello turistico-culturale di fruizione ampliata con metodologie e criteri propri della pedagogia e della didattica sperimentale, ha trovato efficacia nella progettazione di uno strumento compensativo in grado di integrare la “conoscenza per descrizione” dei tutorial più tradizionali con forme innovative di apprendimento situato.
In particolare, in risposta alle esigenze di target trasversali di soggetti caratterizzati da deficit di natura esterocettiva, si è optato per lo sviluppo di un ambiente di apprendimento di tipo acustico-sinestetico. Nello specifico si è individuato quale luogo della progettazione prototipale di fruizione ampliata la Domus di Giulio Polibio (IX,13,1-3), già oggetto nel 2010 di un percorso multisensoriale realizzato dall’Istituto per la Diffusione delle Scienza Naturali in collaborazione con la Sezione Provinciale di Napoli dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.
La Domus (ora chiusa per lavori di restauro) gode dunque, dal punto di vista del potenziamento dell’accessibilità, di un corredo di esperienze e studi specifici tali da renderla luogo d’elezione di una nuova sperimentazione di accessibilità turistica.
Sebbene molto coinvolgente, il percorso sonoro messo a punto nel 2010 si rivela “statico” (prevede un percorso obbligato ed è basato su tecnologie “non responsive”) e quindi poco adatto al raggiungimento di una fruizione il più possibile autonoma e personalizzata del bene culturale. Lo strumento compensativo progettato dalla nostra unità di ricerca permette di superare tali criticità. Basato su tecnologie di microgeolocalizzazione di tipo responsive e arricchito di inediti effetti e tappeti acustici creati ad hoc, l’ambiente sensibile immersivo in fase di realizzazione permetterà infatti di rendere dinamica e autonoma la visita da parte degli utenti “deboli” grazie all’utilizzo di una piattaforma integrata in un’app liberamente scaricabile su smartphone o tablet in grado di rispondere a sensori (beacon) disposti nella Domus.

La Fabbrica della Conoscenza di Pompei: Modello economico-culturale di marketing dei Beni Culturali.

Titolo dell’incarico: Attività di ricerca sui sistemi di telerilevamento e di rappresentazione del territorio finalizzati alla conoscenza archeologica

Contrattista: Davide Mastroianni

Tutor: Prof. Carmine Gambardella

Relazione attività: Agosto 2014

 

L’uomo cerca da sempre nuove tecniche per superare i suoi limiti naturali di osservazione e di percezione visiva; generalmente siamo abituati ad osservare ciò che ci circonda da un punto di vista più o meno orizzontale. In queste condizioni, è ovvio che la nostra capacità visiva è limitata a piccole aree e la presenza di elementi naturali e artificiali ne ostacola la nostra già parziale percezione. Il nostro campo di vista è nettamente ampliato se il punto di osservazione ha origine da un punto più elevato rispetto alla nostra superficie: ad esempio il tetto di un palazzo, la vista obliqua da una terrazza o da un punto panoramico. Da una prospettiva verticale o alta obliqua, la superficie al di sotto ci appare notevolmente differente rispetto a quando la guardiamo dalla superficie stessa. Così facendo si riesce ad osservare l’insieme degli elementi posti sulla superficie come apparirebbero su una mappa tematica nelle loro relazioni spaziali. Il telerilevamento aereo, o Remote Sensing, è l’insieme di metodi e “approcci tecnologici” che mediante l’utilizzo di strumenti avanzati permette all’uomo di abbracciare con un solo sguardo vaste aree di territorio e di rappresentarlo su piccola scala attraverso immagini e mappe estremamente dettagliate; è da considerarsi uno strumento che permette all’uomo di possedere una visione completa e complessiva del territorio che occupa. Tutto ciò è possibile, in particolare, grazie all’uso di (aerei, satelliti, droni), che consentono di riprendere a distanza più o meno ravvicinata il territorio, e di sensori (termico, multispettrale, Lidar) che ne scrutano le caratteristiche e le condizioni.

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