Analisi di contesto dei comuni del Sistema Territoriale di Sviluppo F3-Miglio d’Oro Torrese-Stabiese: Composizione della struttura demografica e analisi del comparto turistico

Titolo dell’incarico: “Attività di acquisizione ed elaborazione statistica dei dati nell’ambito delle attività del Connected Park Environment (CPE) e del Heritage Environment Link Program (HELP)”

Tutor: Prof.ssa Rosanna Verde

Collaboratore: Dott.ssa Maria Spano

La città di Pompei vanta la presenza di uno dei principali siti archeologici al mondo, ossia l’antica città romana distrutta tragicamente a seguito di una delle eruzioni del Vesuvio, avvenuta nell’anno 79. Gli scavi di Pompei, con quelli di Ercolano ed Oplontis, sono riportati nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Oltre agli scavi archeologici, la città di Pompei vanta anche la presenza del Santuario della Beata Vergine del Rosario.

L’area degli scavi archeologici ed il Santuario della Beata Vergine del Rosario rappresentano un unicum mondiale e la vera opportunità di sviluppo per l’intera zona Vesuviana.

L’area vesuviana, in generale, e quella di Pompei, in particolare, non riescono però a trarre benefici dai propri punti di forza né a porre in essere iniziative in grado di sfruttare le diverse opportunità che il territorio possiede. Questa mancanza rappresenta una minaccia sia per il comune che per il patrimonio naturale e culturale, in quanto l’assenza di strategie di pianificazione territoriale riduce notevolmente le possibilità di sviluppo di questa zona.

Analizzare il contesto locale, attraverso l’uso di metodi di indagine statistica, consente di “fotografare” le dinamiche socio-territoriali, fornendo dati per l’elaborazione di politiche e di piani di turismo, indirizzando scelte di pianificazione a diversi livelli.

Pertanto l’attività di ricerca applicata svolta al 31 gennaio’15 è stata focalizzata proprio sulla pianificazione di un’analisi del contesto locale, concretizzatasi finora nella raccolta ed nell’elaborazione di dati relativi alle caratteristiche sociodemografiche, ai flussi turistici ed alla ricezione alberghiera del comune di Pompei e di tutti gli altri comuni che secondo il Piano Territoriale Regionale della Campania, fanno parte del Sistema Territoriale di Sviluppo F3MIGLIO D’ORO, Torrese-Stabiese.

Il Piano Territoriale Regionale si propone come piano di inquadramento, di indirizzo e di promozione di azioni integrate al fine di determinare coerenza e sinergia tra la pianificazione territoriale e la programmazione dello sviluppo. Nell’ambito del PTR sono stati realizzati 5 Quadri territoriali di riferimento, utili ad attivare una pianificazione d’area vasta concertata con le Province e le Soprintendenze e ad indicare gli indirizzi di pianificazione paesistica.

Tra i quadri di riferimento, i Sistemi Territoriali di Sviluppo rappresentano il riferimento territoriale per tutte le pianificazioni e programmazioni regionali. Nel PTR sono stati identificati 45 STS, classificati in base alla geografia dei processi di autoriconoscimento delle identità locali e di autoorganizzazione dello sviluppo (patti territoriali, contratti d’area, distretti industriali, parchi naturali, comunità montane). In particolare il comune di Pompei fa parte del Sistema Territoriale di Sviluppo F3 – MIGLIO D’ORO, Torrese-Stabiese, dove l’etichetta F indica territori costieri a dominante paesistico ambientale e culturale.

Pertanto l’orizzonte territoriale cui si fa riferimento nell’analisi comprende, oltre a Pompei, i comuni di Boscoreale, Boscotrecase, Castellammare di Stabia, Ercolano, Portici, San Giorgio a Cremano, Torre Annunziata, Torre del Greco e Trecase.

Il reperimento dei dati è stato effettuato facendo riferimento alle principali fonti ufficiali dell’Istat ed altri siti di enti locali. In particolare i dati relativi al bilancio demografico sono stati scaricati dal portale demo.istat.it (demografia in cifre), che mette a disposizione i dati ufficiali più recenti sulla popolazione residente nei Comuni italiani derivanti dalle indagini effettuate presso gli Uffici di Anagrafe. L’obiettivo è osservare la situazione attuale, mettendo in evidenza le principali caratteristiche del tessuto socio-demografico del STS F3, effettuando un confronto tra i diversi comuni che ne fanno parte.

I dati presentati nella seguente tabella sono relativi all’ammontare della popolazione al 31 dicembre 2013 e alla superficie di estensione di ciascuno dei 10 comuni in Km2. Per ciascuno dei comuni è stata calcolata la densità abitativa in termini di numero di abitanti per Km2.

densità

Densità della popolazione residente nei comuni del STS F3 – Anno 2013

I comuni caratterizzati dalla più elevata densità abitativa sono quelli di Portici e San Giorgio a Cremano, che si estendono per soli 4 km2, a fronte di un numero di abitanti tra i 45 e 55 mila. Tra i dieci comuni considerati quello di Torre del Greco risulta essere il più grande, con una superficie di 30,63 km2 e una popolazione di quasi 90000 unità.

Al contempo, i comuni più piccoli in termini di numero di abitanti sono Boscotrecase e Trecase, che estendendosi per una superficie tra i 6 e gli 8 km2, risultano essere anche quelli caratterizzati dalla minore densità di popolazione.

Dai dati riguardanti il bilancio demografico al 2013, riportati qui di seguito, è possibile desumere l’ammontare della popolazione residente, il numero di nati, di morti, il numero di soggetti, provenienti da altri comuni o dall’estero, che durante l’anno si sono iscritti o cancellati dall’Anagrafe del comune, il numero di famiglie e di convivenze.

bilancio demografico

Bilancio demografico – Anno 2013

Per sapere quanto cresce ogni anno la popolazione di una determinata regione o di un determinato comune, occorre conoscere i dati relativi ai nati e ai morti e  quelli relativi agli immigrati e agli emigrati. Complessivamente, quindi, la crescita di una popolazione può essere quantificata in termini di differenza tra la popolazione al 1° gennaio e quella al 31 dicembre.

tasso di crescita

Tasso di crescita nei comuni del STS F3

Come si evince dai dati sopra presentati, nel 2013 il tasso di crescita risulta basso per tutti i comuni considerati. I comuni di Torre del Greco e di Boscoreale risultano caratterizzati dal più alto tasso di crescita, pari rispettivamente a 2,34 e 2,20. Si registra una crescita negativa per i comuni di Torre Annunziata, Pompei e Boscotrecase.

Allo scopo di stabilire i fattori che contribuiscono in misura maggiore all’eventuale crescita della popolazione di un territorio, di seguito viene analizzato il movimento naturale della popolazione e i flussi migratori.

Il movimento naturale di una popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite ed i decessi ed è detto anche saldo naturale. Tale differenza può essere negativa quando in un anno le morti superano le nascite: in questo caso, se non intervengono altri fattori come l’immigrazione, la popolazione diminuisce. Tale indicatore esprime la potenzialità di aumento della popolazione in termini assoluti, pertanto non risulta possibile il confronto tra territori di diversa ampiezza demografica.

Tasso di incremento naturale

Tasso di incremento naturale nei comuni del STS F3

La precedente tabella riporta quindi, oltre al saldo naturale, il tasso di incremento naturale, calcolato come rapporto tra il saldo naturale e l’ammontare di popolazione residente. Guardando ai dati si osserva come il tasso di incremento naturale sia prossimo allo zero per tutti i comuni del STS F3.

Su uno stesso territorio è possibile invece confrontare l’andamento temporale del saldo naturale. Guardando ai dati relativi al movimento naturale della popolazione dal 2002 al 2013, non si registrano mutamenti significativi per nessuno dei comuni considerati, pertanto l’andamento della popolazione risulta alquanto stabile.

movimento natulare della popolazione

Movimento natulare della popolazione dal 2002 al 2013

In particolare di seguito sono riportati i grafici relativi ai comuni di Torre del Greco, Ercolano e Boscoreale che, nel periodo di riferimento considerato, evidenziano un saldo naturale sempre positivo. L’unico comune per cui si registra un saldo negativo in tutto il periodo è quello di Portici.

Per ciò che concerne l’andamento dei flussi migratori, nella prossima tabella sono presentati i dati relativi al saldo migratorio e al tasso migratorio dei comuni del STS F3. Il saldo migratorio indica, in valore assoluto, la differenza tra il numero degli immigrati e quello degli emigrati registrati in un anno in un determinato territorio, ossia la differenza tra il numero dei trasferimenti di residenza da e verso ciascuno dei comuni considerati.

tasso migratorio

Tasso migratorio nei comuni del STS F3

In particolare il tasso migratorio nel 2013 risulta positivo per tutti i comuni, fatta eccezione per i comuni di Torre Annunziata, Pompei e Boscotrecase, dato che conferma i valori del tasso di crescita per questi stessi comuni.

In particolare gli iscritti all’anagrafe, sono classificati in: iscritti da altri comuni, dall’estero e per altri motivi. L’incremento di iscritti, avvenuto nel 2013 in quasi tutti i comuni del STS F3, è da attribuirsi alla elevata quota di iscritti per altri motivi.

Le iscrizioni per altri motivi sono dovute non ad un effettivo trasferimento di residenza, ma ad operazioni di rettifica anagrafica. Tra queste sono comprese le iscrizioni di persone erroneamente cancellate per irreperibilità e successivamente ricomparse; le iscrizioni di persone non censite, e quindi non entrate a far parte del computo della popolazione legale, ma effettivamente residenti.

Di seguito i grafici relativi all’andamento dei flussi migratori dal 2002 al 2013, sono riportati unicamente i grafici relativi ai comuni che hanno registrato nel 2013 un considerevole incremento del tasso migratorio, dovuto all’aumento delle iscrizioni all’Anagrafe, probabilmente verificatosi a seguito di procedure di regolarizzazione di immigrati, che non facevano, fino a quella data, parte della popolazione legale.

Flussi migratori 2002-2013

Flusso migratorio dal 2002 al 2013

È possibile inoltre osservare la composizione strutturale dei comuni del STS F3 guardando alla distribuzione della popolazione residente per età.

struttura per età

Struttura per età della popolazione residente nei comuni del STS F3

Come è possibile osservare dal grafico, le differenze riscontrabili tra i diversi comuni, per quanto concerne la distribuzione della popolazione per classi di età, sono minime. Infatti, per ciascuna delle classi di età siamo di fronte a differenze tra i comuni che non superano un punto percentuale. Tale considerazione evidenzia che la composizione strutturale dei 10 comuni presi in esame è molto simile. Per un’analisi più dettagliata della struttura per età di una popolazione si considerano principalmente tre fasce di età: giovani 0-14 anni, adulti 15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva a seconda che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana. Lo studio di tali rapporti è importante per valutare alcuni impatti sul sistema sociale, ad esempio sul sistema lavorativo o su quello sanitario.

In particolare, come illustrato nella seguente tabella, facendo riferimento alla distribuzione della popolazione per età è stato possibile calcolare una serie di rapporti statistici, quali ad esempio l’indice di vecchiaia, il tasso di fecondità, l’indice di dipendenza, l’indice di ricambio della popolazione attiva, etc… Tali indicatori consentono di effettuare confronti tra i diversi comuni e di studiare i cambiamenti nella popolazione.

indici demografici

Principali indicatori demografici – Anno 2013

L’indice di vecchiaia rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione. È il rapporto percentuale tra il numero degli ultrassessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni. Guardando ai dati si registra che i comuni caratterizzati dal più alto indice di vecchiaia sono Portici e San Giorgio a Cremano, dove ogni 100 giovani ci sono circa 150 anziani. I comuni “più giovani” sono quelli di Boscoreale ed Ercolano, dove ogni 100 giovani ci sono tra gli 80 e i 90 anziani.

L’indice di dipendenza totale calcola quanti individui ci sono in età non attiva ogni 100 in età attiva, complessivamente per i comuni del STS F3 si registrano valori compresi tra 47 e 57. Ciò vuol dire che nel 2013, 100 persone in età attiva, oltre a dover far fronte alle proprie esigenze, hanno teoricamente “a carico” tra le 47 e 57 persone, che risultano quindi dipendenti.

L’indice di dipendenza totale, oltre a fornire indirettamente una misura della sostenibilità della struttura di una popolazione, corrisponde alla somma degli indici di dipendenza giovanile e senile, pertanto un altro aspetto rilevante è la composizione della popolazione dipendente: a parità di ammontare di questa possiamo avere un maggior peso della componente giovanile o di quella senile. Guardando i dati, è facile intuire come le due componenti siano sostanzialmente equilibrate per quasi tutti i comuni, fatta eccezione per Portici e San Giorgio a Cremano dove la componente giovanile (popolazione tra 0 e 14 anni) è abbastanza è inferiore di 10 punti rispetto alla componente anziana, dato confermato inoltre dal basso tasso di natalità che si registra in entrambi i comuni.

Per quanto riguarda l’indice di ricambio della popolazione attiva, che rappresenta il rapporto percentuale tra la fascia di popolazione che sta per andare in pensione (55-64 anni) e quella che sta per entrare nel mondo del lavoro (15-24 anni), si osserva che la popolazione attiva è più giovane nei comuni di Boscoreale, Boscotrecase e Pompei.

 

Analisi della recettività e dell’offerta turistica nei comuni del STS F3 – Miglio d’Oro Torrese-Stabiese

Il settore turistico è indubbiamente quello dotato di maggiori potenzialità nel territorio di Pompei e nell’intera area vesuviana.

La presenza di un sito archeologico di notorietà mondiale, di un attrattore di turismo religioso a carattere nazionale, come può essere il Santuario della Beata Vergine del Rosario, la prossimità ad altre rinomate destinazioni turistiche (Capri, Napoli, Sorrento, Amalfi), più in generale la varietà delle attrattive turistiche (storia, arte, enogastronomia, paesaggio, folklore, mare, religione) rappresentano la vera opportunità di sviluppo per l’intera zona.

Pertanto l’analisi di questo settore è stata sviluppata valutando da un lato l’offerta turistica, considerando la tipologia delle strutture ricettive, alberghiere ed extra-alberghiere, nonché l’uso che si fa di queste ultime e dall’altro il peso dei visitatori ai principali poli turistici e l’andamento degli arrivi e delle presenze nel comune di Pompei dal 2003 al 2013.

 

Con riguardo all’offerta turistica dei comuni del STS F3 sono presentati i dati al 2013 relativi alla tipologia delle strutture ricettive sul territorio, alberghiere ed extra-alberghiere, con lo scopo di valutare la qualità delle strutture e quanto esse siano state sfruttate per l’utilizzo turistico.

strutture alberghiere

strutture extra-alberghiere

Osservando la capacità delle strutture recettive, è chiaro che il maggior numero di strutture alberghiere e di esercizi complementari si trova nei comuni di Pompei, di Castellammare di Stabia e di Ercolano.

Questi comuni, infatti, sono quelli che, rispetto agli altri, risultano maggiormente attrattivi per i turisti per la presenza dei siti archeologici (Ercolano e Pompei) e del turismo balneare (Castellammare di Stabia).

grafici recettività

Tipologia delle strutture ricettive – Comuni di Pompei, Ercolano e Castellammare di Stabia

Più in dettaglio osservando i grafici relativi alle tipologie di strutture recettive per questi tre comuni, si nota che nel comune di Pompei le strutture alberghiere rappresentano poco più della metà di tutti gli esercizi, con una chiara prevalenza di alberghi di medio livello (3 stelle), che costituiscono ben il 27% del totale. Nel comune di Ercolano, al contempo, la maggior parte degli esercizi è di tipo complementare, infatti costituiscono il 63% del totale, con una prevalenza di Bed and Breakfast.

Nel comune di Castellammare di Stabia il 95% delle strutture ricettive sono alberghi, si registra, infatti, la presenza di un solo Bed and Breakfast.

Per valutare la ricettività di un territorio non è tanto importante il numero di esercizi ricettivi, ma piuttosto il numero di letti resi disponibili da tali esercizi. Pertanto sono stati calcolati una serie di indicatori di recettività che forniscono un’informazione riguardo la “bontà” o meno del “dimensionamento” dei servizi rispetto all’afflusso turistico.

indicatori di recettività

Indicatori di ricettività – Anno 2013

Il tasso di recettività, calcolato come rapporto tra il numero totale di posti letto nelle strutture ricettive, alberghiere ed extra-alberghiere, e l’ammontare della popolazione residente, rappresenta la potenzialità turistica di un’area relativamente alle altre risorse economiche, e assume il valore 0,067 nel 2013 per il comune di Pompei, che registra il valore più alto.

Come si può osservare l’indice di qualità delle strutture non è calcolato per tutti comuni, in quanto tale indicatore è ottenuto come rapporto tra il numero di alberghi 3/4/5 stelle e il numero di alberghi da 1 o 2 stelle. I comuni di Boscotrecase, Portici, San Giorgio a Cremano e Torre Annunziata non hanno sul territorio strutture di basso livello (1 o 2 stelle), pertanto in tal caso l’indice di qualità delle strutture non è definito.

Il tasso di utilizzo dei letti indica il numero di giorni in un anno in cui i letti disponibili nelle strutture recettive sono totalmente utilizzati. Questo indice è calcolato come segue:

tasso di utilizzo letti

dove le presenze sono il numero delle notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi (alberghieri o complementari). Come si può notare il tasso di utilizzo dei letti è stato calcolato solo per i comuni di Pompei e Castellammare di Stabia, poiché l’ISTAT rileva il numero di presenze solo per i comuni connotati come località turistiche, pertanto questo dato non è disponibile per i restanti comuni del STS F3.

Sia per Pompei che per Castellammare di Stabia, le strutture ricettive sono alquanto sotto utilizzate, infatti, il tasso di utilizzo dei letti è pari rispettivamente a 34,58 e 36,82, il che indica che le strutture, alberghiere ed extra-alberghiere, sono occupate a pieno 34/37 giorni all’anno.

Un valore così basso, soprattutto per il comune di Pompei, avvalora la tesi secondo la quale tale zona è poco attrattiva per i turisti che vi si recano per visitare l’area archeologica.

 

Secondo i dati dell’Ufficio Statistica del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, ben 20 milioni di euro di introiti lordi e 2.413.515 visitatori nel 2013 per gli Scavi di Pompei, numeri che confermano l’area archeologica al secondo posto nella top 30 nazionale dei siti più visitati.

Di seguito il diagramma dei flussi di visitatori agli scavi dal 2003 al 2013, che restano stabili per tutto il periodo tra 2 e 2,5 milioni di visitatori, con un aumento di circa 100000 visite tra il 2012 e il 2013, cui corrisponde un aumento del 4,64 per cento degli introiti lordi.

Flussi di visitatori a Pompei 2003-2013

Flussi di visitatori a Pompei 2003-2013

Introiti e n.visitatori

 

Confrontando i dati sopra presentati con quelli relativi al movimento turistico nelle strutture ricettive (alberghiere ed extra alberghiere) dal 2003 al 2013, si può osservare come, a fronte di flussi di visitatori consistenti nel sito archeologico e di un bacino potenziale di visitatori ancor più vasto, (rappresentato dall’insieme dei turisti della cosiddetta Baia di Napoli) le ricadute sul territorio in termini economico-sociali siano estremamente ridotte. Infatti, la maggioranza dei visitatori del sito archeologico proviene dall’esterno dell’area in oggetto e si muove su base giornaliera solo per visitare gli scavi, finendo quindi per fruire in maniera molto ridotta dei beni e servizi ivi offerti.

arrivipresenze

In particolare è da sottolineare l’enorme scarto tra il numero di visitatori agli scavi ed il numero di arrivi pari appena a 104.893 nel 2013.

In pratica, attualmente la quota più consistente degli oltre 2 milioni di visitatori annui del sito archeologico di Pompei decide di limitare la visita ad un “day trip” per poi alloggiare nelle località di provenienza, più o meno vicine, ma dotate di una maggiore attrattività turistica (ad esempio la costiera sorrentina, Roma e la stessa Napoli).

Questo dato è confermato anche dal valore della durata media del soggiorno, che risulta pari a 1,8 notti  e  assume  i valori più elevati nel quadrimestre estivo.

presenze mensii

Confrontando i dati mensili relativi alle presenze negli anni 2012-2013, si osserva una diminuzione delle presenze nei mesi primaverili, in particolare ad Aprile si registra una diminuzione del 22%. Al contempo si registra un aumento nei mesi autunnali, in particolare del 12% in ottobre.

presenze per provenienza

Osservando il grafico delle presenze di stranieri per paese di provenienza negli anni 2012-2013 si osserva un aumento delle presenze rispetto al 2012, indipendentemente dalla nazione di provenienza, fatta eccezione per la Spagna, la Svizzera, il Brasile, l’Argentina, il Giappone e la Danimarca.

A partire dai dati sui flussi turistici nel 2013 è possibile calcolare una serie di indicatori che misurano da un lato l’impatto della presenza turistica in un certo territorio evidenziando lo “sfruttamento” del luogo, dall’altro la performance in termini “produttivi” di una località.

indicatori di turisticità

Indicatori di turisticità – Anno 2013

Osservando i valori del tasso di turisticità, dell’indice di affollamento e della densità turistica, è evidente che il territorio di Pompei è caratterizzato da un’elevata pressione turistica, in quanto gli arrivi sono più del triplo della popolazione residente, e si contano quasi 8500 turisti per kmq.

Nel periodo considerato, al contempo l’indice di turisticità territoriale, che riflette la capacità del territorio di sopportare il carico turistico, è molto basso, confermando ulteriormente la forte pressione turistica esercitata sul territorio.